Mindfulness, Psiconcologia

Tutto scorre

man-2475527_1920

Ed è in questi momenti di calma che i ricordi emergono.

Ed è quando vedo scorrere dal finestrino paesi, case… Persone… che scorrono anche i pensieri.

E se non ti radichi ben bene nel qui ed ora rischi di perderti.

Di vivere o rivivere di nostalgia e perdite.

Perdita per questi volti che vedo negli occhi della memoria.

Per queste persone che ho potuto accompagnare nella loro battaglia.. Nel loro sperare. Nelle loro gioie e nei loro dolori.

Qualcuno una volta mi ha detto che un grande guerriero si riconosce nella sua ultima battaglia.

In parte concordo, in parte credo che ognuno a modo suo ha delle battaglie da combattere.

Continua a leggere “Tutto scorre”

Mindfulness, Psicoterapia

No Name

diapositiva1
Che cos’è quella sensazione che così spesso mi accompagna?
Assomiglia a qualche cosa che rode all’altezza del petto.
Che brucia, gorgoglia, si lamenta se non presto attenzione.
Non ha voce.
A volte invece ha troppa voce.
Non mi lascia muovere, mi bracca come un cacciatore fa con l’animale ferito.
E sono l’animale e sono anche il cacciatore.
Mi vortica nei pensieri e li fa a loro volta vorticare.
Mi toglie il respiro, soffocando ogni anelito d’espressione.
No emozioni, no voce. Nulla.
Eppure è lì costante.
Densa ma inconsistente.
Grigia e nebulosa. Solo confusione.

Continua a leggere “No Name”

Senza categoria

Inizio delle attività: MEns Sana In Corpore Sano

ECCOCI PRONTI PER I PROSSIMI APPUNTAMENTI:

14 SETTEMBRE P.V. in sede a Conegliano ci sarà la serata gratuita di presentazione delle nostre attività. Parleremo di benessere corpomente e di riduzione dello stress.

A seguire inizieranno i corsi di Training Autogeno Base, di riduzione dello stress attraverso la consapevolezza (Mindfulness), la ginnastica posturale e la ginnastica per adulti
Contattateci in privato per maggiori info!!

Riparti da te stesso e dal tuo benessere! Non è mai troppo tardi per iniziare!

Per chi ci segue solo via web, invece: faremo in modo di aggiornarvi al più presto sui temi trattati! Rimane inoltre la nostra disponibilità ad esser contattati on-line 🙂

#ripartodame #nonèmaitroppotardiperiniziare #menssanaincorporesano#studiomesics #coneglianoINIZIO ATTIVITA' STUDIOMESICS- (2)

Mindfulness

No Smartphone No Parti/y

no smartphone no parti%2Fy-a volte e'necessario scollegarsi per ri-collegarsi (1)

No Smartphone No Parti/y: a volte è necessario scollegarsi per ri-collegarsi

No smartphone no parti(y).
2 telefoni e 1 Tablet.
Spenti, scarichi.
8 ore di lavoro in giro per la città e l’impossibilità di ricaricare le batterie (sicuramente le mie, ma a quanto pare anche quelle dei miei strumenti tecnologici)!
Salgo in treno per il rientro, mi attende un’ora di viaggio e già fremo per un posto vicino al finestrino… Per godermi la vista, penserete voi… Invece noooo…è per poter metter in carica almeno uno dei tre..
shock, negazione, incredulità, panico…
Poi rabbia…questo treno non ha le prese per ricaricare!
Mercanteggiamento… magari la carrozza affianco…
e invece niente..
..Scontro con la dura realtà..
Sei fuori dal mondo, non sei connessa, no Facebook, no Instagram, no Whatsapp, no E-mail, no Blog, no Linkedin no Twitter…
…Niente di niente. Nada… out of games…
[faccine di panico]
Neanche la possibilità di riguardarsi due o tre fotine del week end appena passato.
Fase depressiva.. Tristezza, sconforto…
Avevo tante cose da fare, 10 mail a cui rispondere, un bonifico da pagare.. 56 messaggi su Whatsapp con la spunta blu a cui però non ho ancora risposto..”penseranno che me la tiro..” E bla bla bla..la mente impazzita produce pensieri di ogni tipo, portandomi un pò lontana dalla semplice realtà…

Continua a leggere “No Smartphone No Parti/y”

Psiconcologia

Ti vedo come il cigno che ti ho disegnato

Diapositiva1

Ti vedo come il cigno che ti ho disegnato, dalla forma pretestuosa e difficilmente comprensibile, così debole nei suoi colori tenui e allo stesso tempo forte e bello.

   Muto, seppure il suo occhio dica così tante cose.

      Anche lui,

             povero il mio piccolo,

                   sanguina nella parte più

                      profonda di sé.

                           Lacrime di sangue

                                  Parole non dette

                                         Dolore nel cuore.

                                              Il becco puntato

                                                vero il basso,

                                               dal collo umilmente

                                            inclinato.

                                     E la cosa più vera è che

                         chiunque lo abbia mai visto

               lo credeva superbo nella sua bellezza,

        imponente, lontano, arcigno. 

            Invece, guardalo:

               soltanto degli occhi attenti

                    possono cogliere

                        la parte più vera che c’è in lui.

                            La tenerezza che nasconde

                                ora più che mai. 

                                       La sua, la tua essenza.

                                   Non c’è più nulla da fare.

                       Ringrazio soltanto il Cielo

           che mi ha concesso

l’occhio attento per vederti sul serio.

Vago profumo di ricordi

       che non potrà mai del tutto svanire.

             Tenacia ed affetto

             con cui mi hai insegnato

 ad apprezzare tante piccole cose

        Ed un’ultima,

                  sincera

                           promessa:

                                    sarà il tuo corpo

                                             ad andarsene,

                                                   ma tu

                                                          rimarrai….                                                                    

 Eleonora Cason, Gennaio 2000

 

 

Questa poesia riguarda una storia di vita vissuta, un viaggio contro il tumore.
Riguarda il dolore e la difficile accettazione della perdita in chi resta, ma riguarda anche la speranza che chi ci ha lasciati, abbia anche lasciato dentro di noi un ricordo indelebile, un solco che ogni volta che verrà ripercorso, ci riporterà col cuore e con la mente a lui.

Riguarda anche un fisiologico processo di elaborazione del lutto, che spesso quando si tratta di patologie oncologiche avviene in maniera anticipata rispetto all’effettiva morte del proprio caro, come una perdita progressiva di lui, che va di pari passo con l’evolversi infausto della prognosi.

Ci sarà modo di ritornare a parlare di questo argomento in modo più dettagliato e magari con qualche indicazione in più e più specifica di aiuto a chi lo sta attraversando in prima persona.

Per ora, voglio semplicemente godere e condividere il sapore dei ricordi, un tempo dolce-amaro, ma a questo punto rimasto solo dolce, che solo la poesia sa rievocare.

Eleonora Cason Psicologa, Psicoterapeuta, Psiconcologa. Luglio 2016

 

 

Senza categoria

“Sii, viaggiare, evitando anche le buche più dure”

Viaggiate Viaggiate Viaggiate Santorini
“Sii viaggiare…
Evitando le buche più dure, senza per questo cadere nelle tue paure.
Gentilmente senza fumo con amore.
Dolcemente viaggiare, rallentare per poi accelerare, con un ritmo fluente di vita nel cuore. Gentilmente senza strappi al motore.
E tornare a viaggiare.
E di notte con i fari illuminare chiaramente la strada per saper dove andare. Con coraggio gentilmente, gentilmente, dolcemente viaggiare.” L. Battisti
Una canzone particolarmente adatta al periodo estivo che stiamo vivendo…
All’avvicinarsi di Agosto che per molti di noi significa vacanza!
Una canzone peró che parla anche di molto altro.
Partiamo dal livello più esplicito..
La meraviglia del viaggiare…quanto bene fa viaggiare?
Dal mio punto di vista tantissimo.
Ci permette di conoscere nuovi luoghi, nuovi mondi, altre culture ed altre persone.
Ci fa sperimentare altre possibilità di vita, mostrandoci come tutto ció che noi riteniamo assoluto in realtà sia relativo. Ognuno tende ad identificarsi (inchiodandosi) al suo lavoro, al suo territorio, al suo circolo di amici, alle sue abitudini.. A tutto ció che da sicurezza e stabilità.
Certo.. La stabilità fisica puó favorire anche la stabilità emotiva. Il cosiddetto tran tran ci dà sicurezza perchè prevedibile e ció che conosciamo già risulta meno ansiogeno e più “sotto controllo”.
Ma che dire di quando tutto questo rischia di diventare una prigione che ci siamo pian piano costruiti?
Per la paura di scoprire, di metterci alla prova…di perdere per un attimo il controllo.
Attenzione non parlo del viaggio da turista, ma del viaggio da viaggiatore.
(Non di chi va al ristorante italiano ovunque si trovi nel mondo, per capirci, ma di chi cerca di assaggiare anche il cibo locale.. Giusto per fare un esempio banale! O per farne un altro… Non di chi pensa che tutto il mondo debba capire e parlare l’italiano, ma di chi esce dall’egocentrismo e cerca di comunicare anche con altre lingue…
Hei non serve esser poliglotti, peró non possiamo neanche pretendere che tutto il resto del mondo debba piegarsi a noi!!) ecco..
Dunque, nel mio linguaggio il viaggiatore è colui che viaggia per scoprire, per conoscere e non solo per relax o selfie everywhere (che va benissimo, per carità, ma che esce dal tema che sto affrontando)..
Ha un atteggiamento di apertura e non di pregiudizio e non si incazza se non c’è l’Hard Rock cafè perchè non puó collezionare la maglietta Hard Rock di quella città.
Il viaggiatore è anche colui che si muove per lavoro o vive all’estero per studio e forse ancor più di altri si trova a vivere quella particolare cultura.. Come si mangia, come si lavora, come ci si relaziona agli altri ecc.
Si fa strada un nuovo dettaglio.. Viaggiare significa poter vivere in quella nuova realtá e non solo visitarla.
Il viaggiatore dunque ha la possibilità di vivere queste diverse sfumature di mondo, di viversi in queste diverse sfumature.
E chissà, probabilmente anche di vedere, dopo tanto viaggiare, che tutto il mondo è paese. Ovunque si mangia, si beve, si dorme, si fa l’amore, si lavora, si fanno i figli, ci si ammala e a volte anche si muore.
Il come lo si fa, fa parte delle variabili.. Ma il fatto di farlo rende tutto il mondo paese. Dappertutto si soffre, si parla, si litiga, si fa la pace, ci si picchia e si collabora.
Il paradosso è che più viaggi nelle diversità, più ti accorgi che in fondo siamo tutti uguali. Allora sparisce anche la paura del diverso.
E poi ci sono le diverse religioni.. Ma anche in quello ovunque ed in ogni epoca le religioni hanno aiutato l’uomo, ma hanno fatto anche dei gran casini. Gli estremismi in particolare.
Il viaggio, a volte, permette di rafforzare la propria scelta. “Sono contento di aver visto e sperimentato, ma lo sono anche di esser tornato a casa. Mi piace la mia vita, la mia realtà, il mio lavoro.” Ecco che così la routine non è più solo l’unica scelta possibile ma è la mia scelta.. Fatta consapevolmente tra tante altre.
Ed ecco che il non viaggiare in quest’ottica puó comunque esser una scelta, l’importante è che non sia legato solo alla paura di uscire, di non capirsi, di non essere in grado.
Viaggiare è costoso direte voi.
Mah… Si e no..
Si puó viaggiare anche spendendo molto poco e non per forza facendo i clochard (termine politically correct ed anche un pó francese per non dire barboni).
E poi come tutte le spese economiche:dipende dalle priorità.
Se mi dà di più viaggiare che avere una casa di proprietà preferisco spenderli così i miei soldi che pagando gli interessi del mutuo.
So che su questo molti inorridiranno, ma anche l’ambizione di avere una casa di proprietà è cosa prettamente italiana. I giovani del nord-europa non aspirano a ció, ma vivono in affitto, cambiando città ogni tre quattro anni per crescere professionalmente e vivere diverse esperienze di vita.
Comunque, dicevamo.. Dipende dalle priorità. Volere è potere, anche assolutamente low-cost.
E che dire dei risvolti psicologici? A mio avviso sono impagabili ed insostituibili.
Ma sono così tanti che forse meriterebbero un ulteriore approfondimento. Così come il secondo livello di lettura psicologica della canzone. Lo lascio ad un secondo post.
Per il momento mi limito a dire questo:
Viaggiate viaggiate viaggiate.
Dietro casa o dall’altra parte del mondo.
In macchina, in bicicletta, in treno, in aereo, in nave, in traghetto, a piedi o con l’autostop. In ogni modo ed in ogni luogo.
Viaggiate da soli o in coppia, con figli piccoli o in comitiva. Con un minimo di criterio di puó andare quasi dappertutto anche con bimbi al seguito (e senza per questo sconvolgerli). Anzi pensate a che meraviglioso dono di vita gli state dando… La capacità di esplorare. La curiosità di conoscere. La consapevolezza di quanto è grande il mondo. E di quanto a girarlo un pó si vincono molte paure.
Viaggiate, viaggiate, viaggiate.
To be continued…
EleonoraCasonPsicologa
Senza categoria

L’estate pensierosa

L'estate pensierosa

Con meteo incerto, caldo freddo pioggia sole, quest’Estate sembra un po’ in crisi di identità.

Si sveglia ogni mattina chiedendosi se sarà una buona giornata, oppure no.

Fa fatica lei per prima ad assecondare i suoi sbalzi d’umore, ora piange ora ride, ora s’incazza, ora si sente in colpa.

A tratti ha le vampate di caldo, a tratti invece trema di freddo.

Eppure non può esser tutta colpa degli ormoni. Chissà, forse c’è qualcosa in lei che non va.

Ne parla con le amiche e con la gente in generale.

Si sente rispondere “dai su, passerà”, oppure “eh sì, non ci sono più le stagioni di una volta”, oppure “devi reagire, non abbatterti così”… “dai su, non può piovere per sempre”

E lei ancora più confusa e frustrata non riesce a trovare beneficio né supporto, non si riconosce più, non è davvero più se stessa.

Si sente impotente perché anche lei vorrebbe saper reagire, ridarsi un equilibrio… essere di nuovo tutto ciò che gli altri si aspettano che lei sia.

Bella, serena, spensierata, soleggiata, calda e luminosa.

Ma non ci riesce, non ci riesce proprio.

Allora sempre più sfiduciata, inizia a perdere la voglia di alzarsi la mattina, in fondo che senso hanno le sue insulse giornate?

Non si pettina più, non si lava più.

Si abbuffa di cibo, perché tanto non le importa più nemmeno della prova costume.

Si odia, si odia davvero.

Chi la va a trovare, visto che ormai lei non esce più, cerca di incitarla a prendersi di nuovo cura di se stessa, a non farsi problemi che non esistono.

Era così una bella donna, è un peccato che si trascuri così tanto.

E così i sensi di colpa aumentano… la frustrazione e l’infelicità pure.

Si chiede se è perché nessuno la capisce, oppure se è che la riempiono di ovvietà e stronzate che certo non aiutano a capire come stare meglio. A volte basterebbe solo che ascoltassero davvero quello che lei ha da dire, senza riempirla di consigli non richiesti.

E subito dopo invece pensa che è colpa sua se sta così male, perché non è neanche in grado di accogliere l’aiuto che tutti cercano di darle.

E’ tutta colpa sua.

Finalmente un giorno una visita diversa dalle altre. Il vecchio Inverno.

Appena arrivato la abbraccia forte e le chiede come sta. Non le dice “ti vedo bene”, “ti vedo male”. Semplicemente. “Come stai?”

Non ne comprende bene il motivo, forse non la abbracciavano da molto.. troppo tempo, fatto sta che a quelle semplici parole si sente toccare nel profondo ed inizia a piangere.

Lacrime di amarezza e frustrazione. Lacrime di paura e delusione. Lacrime che finalmente le portano anche un senso di liberazione.

Inverno le dice “vecchia mia, non permettere mai più a nessuno di dirti come devi essere ed impara tu per prima ad accettarti per ciò che sei”.

“Basta aspettative di prestazione. Se loro non sono contenti di te, non è un problema tuo, ma loro.

Sappi che tanto alle gente piace lamentarsi. E se è caldo perché è caldo. E se è freddo perché è freddo. E se piove perché piove. E così via.

Impara ad accettare che non possiamo sceglierci tutto nella vita. Oggi piove e domani c’è il sole. Stop. E’ un fatto, non una scelta. Accettalo e ti sentirai più libera di essere te stessa. Non c’è giusto, né sbagliato, c’è solo la realtà.

Io non sono qui a darti consigli vuoti. Parlo solo perché per me è lo stesso. Se non fa neve si lamentano perché non possono sciare, ma se nevica si lamentano perché è scomodo circolare. Insomma, io ho smesso di cercare di essere ciò che loro vorrebbero io fossi. E sono davvero molto più felice così”.

Dopo tanto soffrire Estate finalmente sente sorgere dentro di lei una nuova consapevolezza.

Può davvero ricominciare a fidarsi di sé, assecondare gli sbalzi, accettarli ed amarli nonostante tutto.

E se tutti continuassero a lamentarsi di lei?….beh, potrebbe mandarli a farsi due paroline con Inverno..

E in ogni caso….non sarebbe un problema suo 😉

EleonoraCasonPsicologa